Ne leggi infiniti, quando fai un lavoro
come il mio. E spesso hai la sensazione si ripetano. Mi è capitato
in maniera inquietante sopratutto oggi, quando per tre volte mi è
capitato lo stesso nome. Tre chiamate diverse, tre città diverse,
tre età diverse e lo stesso nome. Non posso scriverlo, per ovvie
ragioni di privacy, ma vi garantisco non era il solito, banale
Giuseppe Rossi. Magari fosse stato quello. Era uno di quei nomi che
noi operatori facciamo fatica a gestire, ridicolo, francamente
imbarazzante, di quelli che ti chiedi che razza di genitori deve aver
avuto, per avergli inflitto un destino del genere. Un nome che parla
chiaramente di bullismo a scuola, fin dalla più tenera età, dal
primo appello in classe in poi. Un nome che racconta, chiaramente
come un tatuaggio, tutta un'adolescenza fatta di frustrazione e di
prese in giro, di imbarazzo e di amici che ti chiedono, ma come cazzo
ci convivi con un nome così? Sopratutto quando ad un nome del genere
è associato un cognome ancora peggiore. Ma perché? Quale razza di
perversione consente a due genitori, che presumibilmente si amano,
che gioiscono della vita in arrivo, di poter dare al loro amato
pargoletto un nome che sarà per tutta la sua vita motivo di
vergogna, imbarazzo, frustrazione, dolore.
Non me la raccontano... quel bambino
non lo volevano, ed hanno deciso di punirlo fin dalla culla. Fin
dalla prima registrazione in anagrafe. Ma di impiegati pietosi che
cercano di convincere il signore e la signora Indelicato a non
chiamare il loro pargoletto Felice, non ce ne sono più? Ed ai
signori Chiappa, perché nessuno ha spiegato che chiamar la figlia
Bianca non sarebbe stato una bella cosa? Ed al signor Fanatico che
non era una buona idea chiamare il figlio Salvatore?
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